
Napoli celebra 2500 anni di storia alla Bit di Milano
Dalla nascita del logo ufficiale alle nuove iniziative culturali e turistiche: eventi, mostre e progetti inclusivi raccontano il futuro di una città al terzo posto tra le mete più visitate d’Italia.
Tra le rassegne da non perdere: “Donne di Fede Carità e Speranza” e “Vedi Napoli e Poi Torni”

Napoli arriva alla BIT Milano, in programma dal 9 all’11 febbraio a Rho Fiera, per raccontare le novità della destinazione che la rendono al terzo posto tra le città più visitate d’Italia grazie al suo immenso patrimonio culturale, alla sua energia e alla sua innata ospitalità.
“Essere qui rappresenta un ulteriore opportunità concreta per raccontare all’industria del travel questa metamorfosi, evidenziando il nostro impegno costante nel rendere l’esperienza turistica in città più completa, sostenibile e coinvolgente. L’obiettivo è chiaro: destagionalizzare i flussi, ampliare lo sguardo, oltre le aree più battute, e valorizzare angoli di Napoli che possono sorprendere. Per questo puntiamo a creare un’offerta piuttosto varia che possa intercettare più di una tipologia di turista con eventi di grande richiamo, anche per i più giovani, rassegne culturali, importanti mostre, e itinerari turistici ad hoc e a cui si affianca il prezioso lavoro della nostra DMO con cui stiamo affinando le strategie di promozione in Italia come all’estero – dichiara l’Assessora al Turismo del Comune di Napoli, Teresa Armato.
Napoli e i 2500 anni
Quest’anno, inoltre, Napoli offre un’occasione unica per essere scoperta e vissuta in tutta la sua straordinaria ricchezza: la città si prepara a celebrare 2500 anni di storia con un ricco calendario di eventi e iniziative. La prima tappa di questo percorso è stata la nascita del logo ufficiale delle celebrazioni, progettato da Rita Zunno, in arte “Kinky”, scelto tra 261 proposte giunte da tutto il mondo. Tra i partecipanti, il 12% proveniva da Europa ed Extra Europa, mentre il 48% delle candidature era locale, con proposte dalla Campania. Interessante anche la composizione di genere: il 37,5% delle candidature è arrivato da donne, a dimostrazione di un panorama competitivo e inclusivo. Rita Zunno, giovane grafica campana, ha tradotto il numero “2500” in una serie di simboli che raccontano Napoli: il patrimonio culturale che abbraccia passato, presente e futuro; il mare e la sirena Partenope, che rappresentano l’apertura e l’accoglienza; la leggenda di Virgilio, che simboleggia rinascita e metamorfosi; e infine l’arco architettonico, simbolo di apertura e una finestra sul futuro. I colori del logo si ispirano alla tradizione ma con uno sguardo contemporaneo. Riprendendo la palette cromatica dello scudo sannitico del Municipio di Napoli, il giallo oro (“giallo Napoli”) e il rosso sono stati ricalibrati per adattarsi a una visione moderna. Anche la tipografia scelta, Montserrat Alternates, richiama il passato, traendo ispirazione da manifesti e insegne del XX secolo, ma con un tocco innovativo che ben rappresenta lo spirito delle celebrazioni. Tra le novità, anche un bando per il primo Fringe Fest di Napoli, un evento dedicato alla scena teatrale indipendente e sperimentale, con l’ambizione di trasformarlo in un appuntamento fisso anche oltre il 2025. Il grande anniversario di Napoli arriva in un momento storico in cui la città ha rafforzato il suo brand ed è sempre più meta di flussi turistici. Per loro, ma anche per tutti i napoletani, è al lavoro un comitato che sta pianificando e organizzando una lunga teoria di eventi quasi pronti per essere svelati: spettacoli, lectio magistralis, concerti e dibattiti spalmati per tutto l’anno e realizzati dal Comune in collaborazione e in dialogo con le università, i musei, le fondazioni e le associazioni della città. A comporre il comitato ci sono due bracci, uno strategico (con il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessora al Turismo Teresa Armato, anche il presidente della fondazione Mezzogiorno Antonio D’Amato, il presidente dell’Unione Industriali di Napoli Costanzo Jannotti Pecci, e il presidente della Federazione nazionale dei cavalieri del Lavoro – gruppo del Mezzogiorno, Carlo Pontecorvo) e un gruppo di lavoro più spiccatamente tecnico-operativo. Laura Valente è alla direzione artistica. Il quartier generale delle attività sarà il Real Albergo dei Poveri, simbolo di un altro tassello che la città vuole restituire alla gente: attorno al suo pieno recupero e alla sua trasformazione in hub culturale – un percorso che troverà pieno compimento però nel 2026 – si gioca una delle più grandi sfide della Napoli contemporanea. Il programma degli eventi, ricco e articolato, si svilupperà lungo tutto l’anno, con appuntamenti che toccheranno vari ambiti dell’arte e della musica. Uno dei primi grandi eventi in calendario sarà una serata speciale dedicata a Eduardo De Filippo, che si terrà a fine marzo al Teatro San Carlo in occasione dell’ottantesimo anniversario della prima rappresentazione di “Napoli Milionaria”. Sempre in primavera, il Teatro Politeama o il Mediterraneo ospiteranno il remake del musical “Scugnizzi” di Claudio Mattone, spettacolo che ha segnato la storia del teatro partenopeo. La città si animerà anche con una serie di concerti dedicati a Alessandro Scarlatti, di cui ricorre il trecentesimo anniversario della nascita, eseguiti dall’orchestra che porta il suo nome. L’autunno vedrà un altro momento particolarmente significativo per la città e i suoi abitanti: il 18 settembre, Piazza del Plebiscito sarà il cuore pulsante di un grande concerto tributo a Pino Daniele, il cantautore che ha saputo raccontare Napoli e le sue emozioni attraverso la musica. Tra le iniziative in programma, ci sarà anche il ritorno di “Le Vesuviane”, uno spettacolo al femminile con la direzione artistica di Federico Vacalebre, previsto all’Arena Flegrea. Inoltre, un progetto audiovisivo dal titolo “Restart Scampia” racconterà la trasformazione e il rilancio di uno dei quartieri simbolo della città.
“Donne di Fede Carità e Speranza” e “Vedi Napoli e Poi Torni”
E mentre si attende il cartellone completo di questo importante compleanno sono appena nati i percorsi giubilari nei conventi e nei monasteri di Napoli, alla scoperta delle figure femminili che hanno lasciato un’impronta profonda nella città partenopea, aprendo la strada a nuove forme di accoglienza e solidarietà. “Donne di Fede Carità e Speranza” sono 8 itinerari, 77 visite guidate, 18 incontri musicali e il pellegrinaggio di riconciliazione, dal 13 febbraio al 21 dicembre. Un progetto promosso e finanziato dall’Assessorato comunale al Turismo e alle Attività produttive, ideato e curato nella direzione artistica dalla professoressaAdrianaValerio,teologaedelegataarcivescovileperillaicato,incollaborazioneconl’ArcidiocesidiNapoli. Tutti gli eventi sono gratuiti fino a esaurimento posti con prenotazione da inviare all’indirizzo mail circuitoarte.assculturale@gmail.com. Si visiteranno monasteri, conventi e antichi luoghi di assistenza, gli itinerari, per tutto il 2025, per seguire tracce di un passato che continua a illuminare il presente. Un viaggio che porta alla riflessione e al rinnovamento interiore, ispirato al tema del Giubileo: la speranza. È parte del progetto anche il Pellegrinaggio di riconciliazione che toccherà le Chiese Gesù Nuovo, Santi Filippo e Giacomo, San Giorgio Maggiore e la Porta Giubilare del Carmine, in programma il 23 settembre, dalle 18.00 alle 9.30.
E sempre promosso dal Comune, anche nel 2025 torna la rassegna: “Vedi Napoli e poi Torni”, con eventi distribuiti tra il centro storico, la periferia e luoghi simbolo della città, per valorizzarne il patrimonio culturale e identitario. Cinque appuntamenti principali scandiscono l’anno: a Pasqua, “Vedi Napoli e poi… mangia” celebra la tradizione gastronomica con show cooking, degustazioni e musica, tra piazze storiche e quartieri periferici. Tra maggio e ottobre, “Vedi Napoli d’estate… e poi Torni” propone spettacoli e itinerari culturali anche nell’ambito del turismo religioso in occasione delle ricorrenze patronali e delle feste di identità del territorio cittadino sull’intero territorio.
In autunno, “Vedi Napoli Sacra e Misteriosa… e poi Torni” esplora fede e mistero, con eventi e siti legati alla superstizione. A Natale, “Vedi Napoli a Natale… e poi Torni” anima la città con mercatini, concerti e eventi come il Concerto di Capodanno e Sanità-tà-tà, che coinvolge Borgo Vergini e Piazza Sanità. L’obiettivo è offrire un’esperienza unica, coinvolgendo turisti e cittadini, e promuovendo luoghi spesso poco noti.
Gli spazi culturali
E pensando ai poli culturali e museali più importanti di Napoli questi continuano a rafforzare la loro offerta come al Museo archeologico nazionale (MANN), protagonista con importanti novità che valorizzano il suo ruolo di istituzione culturale di rilievo internazionale. La mostra “I tesori della legalità”, aperta fino alla primavera 2025, espone oltre 600 reperti recuperati da traffici illeciti, molti dei quali provenienti da scavi clandestini e operazioni illegali di commercio d’arte. Questa iniziativa non solo promuove il valore della legalità nel patrimonio culturale, ma getta luce su casi emblematici di recupero e conservazione grazie alla stretta collaborazione tra il museo, la Procura della Repubblica e i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Tra i reperti esposti, spiccano opere di inestimabile valore, tra cui vasi decorati, statue e oggetti d’uso quotidiano, che offrono un affascinante spaccato della vita nell’antichità e invitano i visitatori a riflettere sull’importanza della protezione del patrimonio artistico. Parallelamente, il MANN celebra la riapertura della Sezione Numismatica, una delle più importanti d’Italia, che racconta la storia economica e sociale attraverso una collezione che spazia dalla Magna Grecia all’età moderna.
L’allestimento, completamente rinnovato, include nuove didascalie, impianti di illuminazione avanzati e sezioni dedicate all’oreficeria antica con circa 150 gioielli straordinari.
Tra le novità assolute in città, nel cuore del quartiere Vomero, nasce ‘Mu’, la Casa Museo Murolo, uno spazio culturale dedicato alla canzone napoletana e al celebre cantante. Il progetto, promosso dalla Fondazione Roberto Murolo, mira a custodire e valorizzare un patrimonio musicale unico, contribuendo allo sviluppo culturale e turistico di Napoli. ‘Mu’ non sarà solo un museo, ma un centro culturale vivo e interattivo, aperto a visite guidate, laboratori, concerti e studi musicali. Sono previsti eventi formativi, un laboratorio di liuteria e micro-concerti, ispirandosi al modello della Fondazione Amalia Rodrigues di Lisbona. La Casa Museo collaborerà con importanti istituzioni come l’Università Federico II e il Conservatorio di San Pietro a Majella, con l’idea di istituire un Master in Canto e Chitarra napoletani. Anche l’associazione ‘Napulitanata’ contribuirà con attività volte a coinvolgere giovani artisti e studiosi della musica napoletana. La casa di Roberto Murolo conserva arredi e ambienti originali, testimoniando un’epoca di fervore culturale. Qui si sono incontrati grandi nomi della cultura napoletana, come Salvatore Di Giacomo, i fratelli De Filippo, Totò, Raffaele Viviani e Libero Bovio e presto entrerà negli itinerari turistici tematici promossi dal Comune e che valorizzano la musica napoletana.
Spostandosi verso il mare, ma sempre nel cuore della città, il Palazzo Reale invita i visitatori a un viaggio virtuale unico con “L’ascensore del Re”, un’installazione interattiva che permette di esplorare quattro secoli di storia attraverso un’esperienza multisensoriale che combina elementi visivi, sonori e tattili. Attraverso una narrazione evocativa, i visitatori possono immergersi nella vita di corte, rivivendo momenti chiave della storia del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Ogni piano dell’ascensore virtuale corrisponde a un’epoca diversa, permettendo di scoprire i cambiamenti architettonici, sociali e culturali del Palazzo. Particolarmente suggestivo è il quarto piano, che conduce i visitatori al Belvedere del Palazzo, recentemente restaurato e che fino a pochi anni fa, era riservato esclusivamente ai sovrani. Oggi, grazie a un progetto di recupero accurato, i visitatori possono ammirare non solo il paesaggio ma anche gli interventi artistici che arricchiscono il Belvedere, rendendolo un punto di osservazione privilegiato che unisce storia, arte e paesaggio urbano in un dialogo unico.

E ancora, nel quartiere Sanità, chiese e catacombe si trasformano in spazi culturali, grazie al lavoro delle cooperative locali. Tra questi progetti spicca la riqualificazione della chiesa Blu dei Cristallini, che è diventata un simbolo di rinascita e di dialogo tra arte e comunità. È così chiamata per le suggestive tonalità dei murales che decorano le sue pareti, rappresenta un incontro tra tradizione religiosa e linguaggio artistico contemporaneo. Le opere di artisti come Tono Cruz e Mono González, insieme alle fotografie di Giuliana Volpe, trasformano lo spazio sacro in un luogo di riflessione e innovazione. Ogni murale racconta una storia, un legame profondo con la comunità locale e con la storia del quartiere, contribuendo a creare un ponte tra il passato e il presente. Grazie al lavoro delle cooperative locali, la chiesa Blu non è solo un sito artistico ma anche un centro pulsante di attività culturali e sociali. Eventi, laboratori e visite guidate coinvolgono residenti e turisti, generando un impatto positivo sia sul piano culturale sia su quello economico. Questo esempio virtuoso dimostra come la rigenerazione urbana possa avvenire attraverso un approccio inclusivo, capace di valorizzare il patrimonio locale e di promuovere una cultura partecipativa. A completare l’offerta culturale del quartiere Sanità, le catacombe di San Gennaro rappresentano un altro gioiello del patrimonio storico-artistico di Napoli. Questi suggestivi ambienti sotterranei, gestiti con cura dalla cooperativa sociale “La Paranza”, offrono un percorso unico tra affreschi paleocristiani, mosaici e tombe storiche che raccontano secoli di storia e spiritualità. Le catacombe sono anche un esempio di riqualificazione sociale e culturale: attraverso il coinvolgimento attivo della comunità locale, sono state trasformate in un polo di attrazione turistica e culturale che accoglie migliaia di visitatori ogni anno. Il loro recupero non solo ha restituito alla città un luogo di grande valore storico, ma ha anche creato opportunità di lavoro e formazione per i giovani del quartiere, consolidando un modello di crescita sostenibile e inclusiva.

Le contemporaneità della metropolitana
Napoli, però, è anche una città di innovazione artistica e architettonica, come dimostra l’incredibile progetto della Linea 6 della metropolitana. Ogni stazione è una vera e propria opera d’arte contemporanea, dove le sculture e le installazioni trasformano gli spazi urbani in musei sotterranei. Il viaggio lungo questa linea diventa così un’esperienza immersiva: le pareti colorate e le opere d’arte si fondono con il movimento dei passeggeri, creando un ritmo che scandisce la vita della città. Tra le nuove stazioni spicca quella di Chiaia progettata dall’architetto napoletano Uberto Siola arricchita dall’intervento artistico del regista Peter Greenaway. L’installazione offre ai passeggeri un’esperienza visiva unica, rappresentando un viaggio mitologico dalle profondità della terra fino all’Olimpo. E ancora quella di Arco Mirelli progettata dal tedesco Hans Kollhoff. La struttura si distingue per due padiglioni in vetro che richiamano l’architettura originaria dei giardini della Villa Comunale. All’interno, l’artista Rebecca Horn ha realizzato un’installazione composta da coni di rame, accompagnata da un sottofondo musicale di Hayden Chisholm, creando un’atmosfera suggestiva per i viaggiatori.
Napoli si conferma poi regina dell’enogastronomia, distinguendosi per un’offerta culinaria che combina autenticità e sperimentazione. Questo primato è stato confermato anche dalla classifica TasteAtlas 2025, che celebra Napoli come la città dove si mangia meglio al mondo.
Si chiude pensando anche al turismo congressuale e Napoli conferma il suo ruolo di destinazione d’eccellenza. Nel 2023, una sede prestigiosa come la Mostra d’Oltremare da sola ha registrato oltre 60.000 partecipanti e un indotto economico di 600 milioni di euro. Questo successo si è rafforzato anche quest’anno con un + 14% attirando un numero crescente di buyer internazionali, interessati a scoprire le potenzialità di Napoli come meta privilegiata per eventi di alto profilo. Tra le numerose iniziative ospitate, spiccano il Congresso Nazionale AAIITO e il XXIII Congresso Nazionale SIMIT, che hanno ribadito la capacità della città di offrire soluzioni adeguate anche alle esigenze più complesse del settore, posizionandosi con autorevolezza in un panorama nazionale altamente competitivo, dove l’Italia detiene il primato europeo per numero di congressi organizzati.